Ho comprato questo libro quando è uscito
il film che vorrei vedere, ma prima mi piace sempre leggerne il libro da cui è tratto.
Si tratta di
" IL TRENO DEI BAMBINI "
di Viola Ardone - ed. Einaudi
L'io narrante è Amerigo Speranza , il bambino protagonista che
vive con la madre, senza un padre, forse partito per l'America, e cerca di
sopravvivere alla miseria raccogliendo pezze usate che poi la madre
rivende, per guadagnare un pezzo di pane per sè e il figlio.
Il gioco
preferito di Amerigo è osservare le scarpe della gente e contare quelle
rappezzate, quelle vecchie e le pochissime nuove, quando gira per strada
insieme al suo amico Tommasino.
E' una storia poco conosciuta
ma tanti bambini, nell'Italia Meridionale del dopoguerra, grazie ad una
iniziativa del partito comunista , vennero strappati alla miseria ed
affidati al treno dei bambini che li avrebbe condotti a tante famiglie
del Nord Italia, disposte ad accogliere questi bambini per dar loro
un'opportunita migliore di vita.
La madre a malincuore lo affida al
Treno dei bambini che lo porta forse verso un futuro migliore ma incerto,
perchè nè le madri nè i loro bambini conoscono per davvero il destino che li attende.
Tutta
la storia è affidata alla narrazione del piccolo che esprime quelle che
sono le sue emozioni, le paure, i desideri e le speranze di un bambino
che è abituato alla vita fatta di espedienti, nella Napoli che cerca di
risollevarsi dalla tragedia della guerra.
Imparo in mezzo alla via: vado girando, sento le storie, mi faccio i fatti degli altri. Nessuno nasce imparato».
Amerigo ci racconta di paura, di separazione dolorosa, di incertezze,di difficoltà
nell'inserirsi nella famiglia che lo ha accolto per spirito di Solidarietà,del sentirsi diviso a metà tra la nuova famiglia a cui pian piano si sta affezionando e la madre lontana che non sa esprimergli il proprio affetto e
sembra quasi averlo dimenticato.
Oramai siamo spezzati in due metà…Da un lato c’era mia madre e dall’altro tutto quello che desideravo: una famiglia, una casa, una cameretta solo per me, cibo caldo, il violino. L’accoglienza, la solidarietà,… ha anche un sapore amaro, per entrambe le parti, per quelli che la danno e per quelli che la ricevono».
La prima parte del libro è stato un racconto coinvolgente e ci ha resi partecipi della vita difficile che ha dovuto affrontare ma la
seconda parte invece mi ha lasciato interdetta perchè mi sono improvvisamente trovata davanti all'Amerigo adulto che torna a Napoli alla morte della
madre.
Non sono riuscita a capire perché dalla storia del
bambino si passa direttamente all'adulto saltando tutto il racconto emotivo del suo diventare uomo.
Sarebbe
stato interessante capire come il bambino si era trasformato in quell'adulto e che cosa era avvenuto nel suo animo che lo ha portato ad
abbandonare, per sempre, la sua città natale e la madre, per scegliere la
vita e la famiglia del Nord che lo ha adottato.
Per questo motivo sono rimasta un pò delusa perché mi sono sentita
privata di uno svolgimento della storia del racconto che poteva essere
davvero speciale ...sembra quasi che qualcuno abbia strappato dal libro i fogli che descrivevano quella parte di vita che l'aveva condotto al suo divenire uomo.
E voi lo avete letto?
Sarei felice di leggere le vostre impressioni come commento al post.
Vi aspetto.
Eli